mercoledì 25 marzo 2015

Prescrizioni eccellenti, un segno dell'impotenza della Giustizia italiana

In questi giorni la cronaca giudiziaria si intreccia curiosamente con il dibattito politico parlamentare. 
Ha fatto molto scalpore la notizia della decisione della Corte di Cassazione di prescrivere i reati dei vari soggetti coinvolti nello scandalo di Calciopoli del 2006. Con numerosi noti dirigenti sportivi e arbitri di calcio che pur essendo stati condannati per "associazione a delinquere" nei primi gradi di giudizio, alla fine non sconteranno alcuna pena grazie appunto all'intervento della prescrizione. Per i meno esperti di temi giuridici con questo termine si intende "l'estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo". In poche parole questi soggetti erano colpevoli ma non saranno puniti solo perché ormai è passato troppo tempo (nel caso specifico 9 anni) dal momento del reato.
E' evidente che si tratta di una grande ingiustizia. Anche perché ovviamente sono sempre i soggetti più potenti e ricchi ad avere maggiori possibilità di arrivare alla prescrizione, ad esempio grazie all'abilità di avvocati super-pagati molto capaci a tirarla per le lunghe e a chiedere rinvii che allungano i tempi del processo. Insomma, come sempre una giustizia debole con i forti e forte con i deboli, visto appunto che i "poveri Cristi" magari con un legale d'ufficio non possono certo godere di simili trattamenti di favore.

Ironia della sorte, proprio in questi giorni è in discussione in Parlamento una proposta di legge sull'allungamento dei tempi di prescrizione, approvata proprio ieri alla Camera. Una proposta che sarebbe anche di buon senso, dal momento che introduce una sospensione nel decorrere del tempo in caso di condanna (due anni dopo il 1° grado e un anno dopo il 2°) ed allunga i tempi per i reati di corruzione. Ma anche su questo i partiti della maggioranza sono apparsi in disaccordo, tanto da prevedere delle modifiche in vista del voto del Senato che annacqueranno le norme. Ma più complessivamente è opportuno riflettere sul fatto che la Giustizia italiana ha delle falle enormi. Statistiche internazionali del 2011 ponevano l’Italia al 157° posto su 183 paesi per la durata dei procedimenti e per l’inefficienza della giustizia. E nello stesso anno vi erano circa 9 milioni di processi in arretrato (5,5 milioni civili e 3,4 milioni penali), così come sono cresciuti a dismisura i tempi medi per una causa: nel civile oltre 7 anni e nel penale quasi 5. Il tutto in un sistema che tende a tutelare di più chi viola la legge rispetto a chi subisce una lesione dei propri diritti. 

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