giovedì 23 luglio 2015

Velodromi che vanno, velodromi che vengono

Prendo spunto dalla notizia che prossimamente in provincia di Pisa potrebbe sorgere un nuovo velodromo, per fare una breve riflessione, premettendo che si tratta al momento solo di una voce e che non sarebbe ancora stato individuato il comune nel quale questa nuova struttura potrebbe sorgere.
Credo che sia doveroso ricordare il fatto che a Fornacette, nel comune di Calcinaia, fino al 2009, ovvero solo sei anni fa, esisteva un velodromo di livello nazionale: una struttura che nei decenni aveva ospitato campionati italiani e atleti di livello internazionale. Uno spazio che poi però dal 1993 rimase abbandonato, anche per la crisi del ciclismo su pista, fino alla decisione di abbatterlo per lasciare il posto ad abitazioni, peraltro ancora lontane dal nascere vista la crisi del mercato immobiliare, con la conseguenza che da anni l'area versa nell'incuria e nell'abbandono.
La riflessione che viene da fare, se confermata la voce sulla possibile nascita di un nuovo velodromo magari a pochi chilometri di distanza da quello abbattuto, è che saremmo di fronte all'ennesimo caso di irrazionalità e incapacità di pianificare uno sviluppo sostenibile del territorio sia da parte delle istituzioni politiche locali, sia da parte degli organi sportivi di livello nazionale (Federazione Ciclistica e CONI). Nel giro di pochi decenni infatti si è passati dalla decisione di ristrutturare il velodromo di Fornacette negli anni '70, poi a quella di abbandonarlo a se' stesso negli anni '90, in seguito a quella di abbatterlo negli anni Duemila, e infine oggi qualcuno pensa di ricostruirne uno poco distante? Ha senso permettere la completa distruzione di una struttura di migliaia di metri quadri, senza ipotizzare al limite nessun tipo di ristrutturazione, se l'idea a pochi anni di distanza fosse quella di creare uno spazio molto simile in un comune limitrofo? 
Credo che saremmo di fronte a un grande paradosso e all'ennesima dimostrazione dell'incapacità di prendere decisioni coerenti e durature da parte delle istituzioni italiane, che agiscono sempre più spesso con improvvisazione anziché con strategie di medio-lungo periodo. Considerando tutto questo, mi permetto di invitare il Comune eventualmente individuato per la nascita del nuovo velodromo a pretendere adeguate garanzie da parte delle istituzioni sportive competenti sulla reale intenzione di creare uno spazio che sia realmente utilizzato nel corso dei decenni e non si riduca a una delle tante grandi opere inutili che diventano spesso in pochi anni "cattedrali nel deserto". Lo consiglio inoltre di individuare un'area pubblica per la sua realizzazione, in modo che nessun privato possa trarre profitti da questa operazione o addirittura possa trovare il modo di speculare su un suo futuribile abbandono. Invito inoltre i suoi cittadini a vigilare attentamente affinché queste condizioni siano rispettate, in modo che il bene comune prevalga sugli interessi privati.