venerdì 3 aprile 2015

Perché c'è così tanta aggressività sui social network?

Con questo post voglio avventurarmi su un argomento poco dibattuto che però mi fa riflettere ogni volta che una discussione nata su un social network prende una piega polemica esasperata, in cui i vari interlocutori usano dei toni sempre più aggressivi e maleducati. Questo tipo di situazione si verifica sia fra soggetti che non si conoscono tra loro nella vita reale, e in questo caso il tutto assume dei contorni ancora più paradossali, sia invece fra persone che si conoscono bene e che quindi usano fra le argomentazioni anche degli sgradevoli aneddoti personali che li riguardano da vicino, mettendo di fatto in piazza questioni private. Complessivamente sembra proprio che stare dietro ad uno schermo renda la maggior parte delle persone più spavalde, arroganti e senza freni inibitori, quasi come se agissero da anonimi, mentre così in realtà non è e quindi le inimicizie nate sul web talvolta si trascinano anche fuori.
Inoltre i social network, e Facebook in particolare, sono la principale vetrina sul mondo che la maggior parte delle persone ha. Il profilo personale di ognuno è in fondo una specie di "biglietto da visita" e in molti lo sanno, vista la grande attenzione che ciascuno impiega nel pubblicare ad esempio selfie o foto di se' in situazioni "positive". E allora perché molte di quelle stesse persone usano il medesimo strumento anche per esibirsi con toni verbali aggressivi, violenti e che trasmettono in gran parte dei casi molta tristezza?
Io non sono uno psicologo e quindi non voglio entrare nei dettagli di questo fenomeno, ma credo che tutto ciò avvenga perché la maggior parte delle persone si sente protetta da una specie di filtro virtuale ed esso fa sì che la rabbia possa esprimersi con molta più facilità, senza mediazioni. Probabilmente se la stessa discussione avvenisse oralmente fra persone in carne e ossa, sarebbe più difficile arrivare ad usare toni altrettanto spavaldi e polemici: entrerebbero infatti in tale caso in gioco infatti anche altri elementi fondamentali della comunicazione come lo sguardo, il tono della voce, la posizione del corpo che sono assenti nella comunicazione scritta virtuale, che è quindi più propensa a generare equivoci.
Ma al di là dell'elemento "fraintendimento" credo che serva soffermarci in chiusura sulla frustrazione che in molti dimostrano di provare durante i commenti e le discussioni sui social network. Questo è ancora più paradossale quando si parla di argomenti politici, sociali o etici, in troppi infatti purtroppo si limitano ad esprimere la propria rabbia e indignazione solo su Internet, senza però dare seguito sul piano concreto ai vari propositi che esprimono per scritto, accontentandosi insomma di essere dei "rivoluzionari da tastiera". Ed ecco quindi che, senza attribuire doti intrinsecamente salvifiche ne' malvagie ad alcuno "strumento" (che come tale può essere usato in modo positivo o negativo a seconda dei casi), bisognerebbe forse riflettere sulla funzione dei social network. Se essi si limitano a essere lo "sfogatoio" di persone che però esauriscono così, con un semplice post, le proprie possibilità di incidere sul mondo che ci circonda, allora essi assumono una connotazione pressoché solo negativa. Se invece servono a mettere in rete con maggiore facilità le informazioni di chi "prova a resistere" alle varie ingiustizie, allora assumono un valore positivo e da usare fino in fondo. Insomma è un po' come nella vita reale, l'importante è utilizzare con intelligenza e razionalità ogni strumento che abbiamo a disposizione.

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