lunedì 26 ottobre 2015

La Polonia svolta a destra. Il Portogallo vuol andare a sinistra. Dall'UE due pesi e due misure?

Le elezioni politiche svoltesi ieri in Polonia sono state vinte da "Diritto e giustizia" dell'ex premier Kaczynski che ha ottenuto la maggioranza dei seggi e sarà in grado di governare da solo senza alleati. Si tratta di un partito populista ultraconservatore cattolico ed euro-scetticomolto simile a quello di Orban che governa ormai da qualche anno l'Ungheria portando avanti politiche razziste. 
Le conseguenze del voto polacco avranno una ripercussione su scala internazionale: infatti il partito "Diritto e giustizia" è favorevole a un irrigidimento delle relazioni con la Russia, che potrebbero quindi causare un aumento della tensione con Mosca. Ma conseguenze ci saranno anche nelle modalità con cui la Polonia agirà nel contesto dell'Unione Europea: qui infatti essa potrebbe formare un fronte comune ultraconservatore con l'Ungheria che potrebbe assumere posizioni fortemente anti-immigrazione e ostacolare possibili accordi europei. Tralasciando il paradosso che si tratta di due paesi entrati nell'UE poco più di dieci anni (era il 2004) e che entrambi hanno dei trascorsi storici pieni di angherie subite dalle rispettive popolazioni nella prima metà del Novecento, le quali però evidentemente non hanno trasmesso particolari valori di tolleranza e accoglienza. Ma il punto tutto politico a mio avviso è un altro. Infatti potrebbe nascere una sorta di alleanza fra Polonia e Ungheria dentro all'UE, spostandone ulteriormente il baricentro in termini di xenofobia e divisioni sociali. E' qui che mi viene da chiedermi come agiranno i tecnocrati di Bruxelles e Strasburgo: provvederanno a ostacolarli provando de facto commissariare la democrazia (nonostante essa nei due paesi abbia preso una piega reazionaria) come fatto in ogni modo verso la Grecia di Tsipras da quasi un anno a questa parte? E come nella sostanza stanno facendo per il Portogallo? Oppure lasceranno i Governi polacchi e ungheresi agire liberamente adottando "due pesi e due misure"?
Non c'è bisogno di indugiare sugli innumerevoli ostacoli che sono stati messi sulla strada della Grecia negli ultimi dieci mesi, mentre è storia di questi giorni ad esempio che in Portogallo si sono create tutte le condizioni politiche per un governo fra socialisti, comunisti e verdi, ma il Presidente della Repubblica (freddo esecutore delle ricette liberiste UE) ha deciso di ignorare il fatto che alle recenti elezioni queste forze sono risultate maggioritarie ed ha invece preferito conferire l'incarico all'uscente Coelho che ha portato avanti politiche di austerity volute dalla Troika, venendo appunto punito dagli elettori, ma adesso pronto a formare un "governo di minoranza".
Sarà "curioso" vedere se le istituzioni europee avranno verso Ungheria e Polonia, che hanno svoltato decisamente a destra, la stessa reazione che sono pronte ad avere quando altri paesi svoltano bruscamente a sinistra. O se invece, e sarebbe estremamente grave, preferiranno "tollerare" governi ultraconservatori e razzisti che però non mettono in discussione gli assetti economici di fondo, riservando invece il proprio ostruzionismo solo verso quei governi progressisti e di sinistra che rischiano davvero di far "saltare il banco" realizzando una giustizia e un'equità sociale che al momento paiono essere incompatibili con le politiche dell'UE.

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