venerdì 5 giugno 2015

Dopo il voto, quale futuro per la sinistra?

Torno a scrivere su questo blog dopo le ultime intense settimane di campagna elettorale.
Ci sarebbe molto da dire sul risultato di queste elezioni Regionali, a partire dal grande astensionismo (pari in Toscana oltre alla metà degli elettori), fenomeno ampiamente percepibile anzitempo da chiunque abbia attraversato mercati, fatto volantinaggi e iniziative varie in diversi luoghi sociali (ospedali, stazioni, fabbriche): ennesimo segnale che la politica tradizionale ormai parla a un numero sempre minore di persone. E che servono soluzioni nuove per dare rappresentanza a una fetta sempre più ampia di persone che sta pagando il conto delle politiche messe in atto dai poteri forti, ma che non riesce ad avere speranza nei soggetti politici esistenti. Una fetta di chi vota si è affidata a partiti "anti-sistema" come la Lega Nord e il Movimento 5 Stelle, due soggetti ovviamente molto diversi fra loro, su cui sarebbe lungo soffermarsi in questa sede. Resta il fatto che la gran parte di chi vuole un'alternativa rispetto al PD (soggetto ormai sempre più lontano rispetto alle istanze sociali e anzi pienamente interno al sistema) difficilmente guarda a sinistra. Infatti la sinistra nell'immaginario collettivo è ancora incarnata dal PD, nonostante esso abbia dimostrato in ogni modo (dal Jobs Act alla "buona scuola") di non avere più niente a che fare con la sinistra. Per altri invece la sinistra è vista come il rimasuglio di partiti che non si sono ancora ripresi dalla batosta del 2008, a epilogo della fallimentare esperienza del Governo Prodi, e si sono da allora ulteriormente divisi, auto-condannandosi all'irrilevanza, dimostrata a queste elezioni dall'incapacità di eleggere consiglieri regionali fra le loro file. E' insomma abbastanza naturale che le persone interessate a una vera alternativa di sistema (alla Syriza o alla Podemos, tanto per intenderci) non votino candidati di partiti che al sistema sono stati interni a lungo e corresponsabili dei governi locali del PD; così come è prevedibile che non scelgano membri di partiti che hanno messo davanti a tutto l'orgoglio e i micro-interessi di bottega, subendo ripetute e sonore sconfitte. Insomma in pochi cercano una sponda in una sinistra a lungo prigioniera da un lato del governismo e dall'altro del settarismo
In un quadro nazionale pessimo, credo che sia da valutare come positivo il risultato di "Sì Toscana a sinistra" che con il 6,3% ha eletto due consiglieri regionali, entrambi senza tessera di partito. Una lista che ha saputo sintetizzare le esperienze partitiche con quelle nate dal basso. Da questo punto di vista è necessario registrare che i candidati espressione dei partiti, nonostante risorse militanti e materiali maggiori, non hanno ottenuto i risultati sperati. Dall'altro invece le candidature nate dal basso proposte da esperienze civiche e sociali significative hanno avuto ovunque molti voti, segno di un particolare radicamento sociale e di un lavoro capillare svolto per anni (e non solo nel mese pre-elettorale) nei rispettivi territori. E' da questo dato che occorre ripartire. I risultati ottenuti dimostrano che i partiti della sinistra attuale da soli non vanno da nessuna parte, non hanno più nessuna rendita di posizione da difendere e anzi parlano a una fetta sempre minore della società. Occorre invece a mio avviso che questi partiti escano dai rispettivi recinti e mettano a disposizione le proprie migliori energie militanti per la costruzione di qualcosa di più grande.
Serve un soggetto unitario che sappia parlare un linguaggio nuovo, che trasmetta la speranza di poter vincere e quindi di poter essere utile socialmente, oltre che rappresentare una valida alternativa di sistema e di società. Alle persone comuni, giustamente, non interessa niente dell'unità di una sinistra che si pone il solo obiettivo di superare uno sbarramento elettorale, piuttosto esse vogliono capire che cosa proponiamo per uscire dalla crisi, per difendere sanità, trasporti e beni comuni, insomma come incidiamo concretamente per migliorare le loro vite. E' in questa direzione che penso valga la pena di impegnarsi, e a maggior ragione intendo farlo nei prossimi mesi e anni con la spinta e la forza avuta dai tanti che hanno creduto in me in queste ultime elezioni.

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